I podcast di AltaVoce:
il tempo del racconto
Non solo giornalisti e manager dell’editoria. Diverse età, diverse esperienze: dai protagonisti dell’informazione italiana sul web dal 1996 a oggi, ai giovani nati e cresciuti nell’era digitale. Ci siamo incontrati sul genere più nuovo che c’è: il Podcast. Nuovissimo come costruzione e fruizione, ma anche antico come la radio e il radiodramma: la forza della voce, per raccontare storie che ci riportano all’infanzia di qualunque tempo. Oggi i podcast rappresentano una forma moderna, nata dentro il web e, nello stesso tempo, la più semplice da ascoltare ovunque e in ogni momento della nostra giornata.
Il giornalismo ce lo insegna ogni giorno: c’è bisogno di raccontare, spiegare, far sentire quello che accade o che è accaduto dalla viva voce dei protagonisti, dalle carte e dai dati. Le storie di oggi, quasi in tempo reale, ma anche quelle degli anni passati: perché i giovani hanno bisogno di riflettere sui grandi temi della storia contemporanea di cui la scuola poco spiega e racconta e gli adulti hanno bisogno di tornare sul passato recente per comprenderne motivi e lezioni. L’incontro ad Alta Voce tra diverse generazioni ci ha regalato questa sorpresa: conoscere quello che non sapevamo, ricordare e far rivivere quello che pensavamo quasi dimenticato.
Il nostro progetto comprende ogni genere di racconto: cronaca, politica, inchiesta, ma anche vite e personaggi, spiegazioni del perché e del come le cose accadono. Dalla cultura all’intrattenimento. Parleremo anche di sport e spettacolo come di scienza ed ecologia.
Ci rivolgiamo anche alle aziende perché siamo in grado di produrre ottimi “branded podcast”. Non pensiamo tanto alla pubblicità, ma all’esigenza di un’azienda di raccontare la sua storia o di offrire al suo pubblico storie che la rappresentino e ne spieghino mission e obiettivi. Su questo terreno riteniamo di poter dare un servizio nuovo: una voce alta come qualità e profondità.
AltaVoce è in grado di offrire qualità nel racconto, ma anche nella sua presentazione tecnica (recording e sound design) e nella distribuzione attraverso le migliori piattaforme gratuite e a pagamento.
I fondatori
Alessandro Barbano
Alessandro Barbano (Lecce, 26 luglio 1961) è un giornalista, scrittore e docente italiano. È condirettore del Corriere dello Sport, editorialista di Huffington Post, conduttore della rassegna stampa di Radio radicale, Stampa e Regime, e curatore della rubrica War room books sul sito romaincontra.it. Ha diretto per quasi sei anni il Mattino di Napoli (2012-2018) e per cinque è stato vicedirettore del Messaggero. Laureato in giurisprudenza all’università di Bologna, giornalista professionista dal 1984, ha alle spalle più di quarant’anni di giornalismo in testate nazionali e locali. Ha insegnato teoria e tecnica del linguaggio giornalistico, organizzazione del lavoro redazionale, sociologia delle comunicazioni di massa, retorica, linguaggi e stili del giornalismo, giornalismo politico ed economico all’Università La Sapienza di Roma, all’Università del Molise, alla Link University e all’Università Suor Orsola Benincasa. È autore di saggi dedicati al giornalismo e a temi di carattere politico e sociale. Presiede la Fondazione Campania dei Festival. Nominato dal Ministro dei Beni culturali, è componente del consiglio di indirizzo del Teatro di San Carlo e del museo di Palazzo Reale di Napoli.
Gabriele Cruciata
Giornalista freelance e podcaster romano classe 1994. E’ specializzato in giornalismo lento, d’inchiesta e narrativo. Ha collaborato con testate italiane e internazionali, tra cui La Repubblica, L’Espresso, Il Sole 24 Ore, Mediapart, Trouw e Die Zeit. Ha lavorato anche con l’UNESCO e l’International Press Institute.
Alcuni dei suoi podcast sono Buco Nero (su Storytel, con Arianna Poletti, vincitore del Premio Roberto Morrione e della menzione speciale ai Dig Awards) e Chiusi Dentro (su Repubblica, con Massimo Razzi). Si occupa anche di formazione per giornalisti e aspiranti podcaster.
Massimo Razzi
Genovese, giornalista professionista, ha lavorato all’Unità, al Corriere Mercantile, al Lavoro e Repubblica. Dal 1999 al 2010 è stato tra i responsabili di Repubblica.it, primo sito italiano di news dove è arrivato al ruolo di caporedattore e numero due. Dal 2012 al 2017 è stato direttore di Kataweb, la sezione video del Gruppo GeDi. È uno dei pochi giornalisti italiani ad aver fatto un’esperienza completa dalla carta (piombo) al web.
Nel 1997 ha scritto “Il re delle bionde” (Einaudi, Gli Struzzi) sul contrabbando di sigarette, nel 2001 la serie televisiva “Il Capitano” (due stagioni per RaiDue) e nel 2018 il libro “Uccidete Guido Rossa” con Donatella Alfonso (Castelvecchi). Oggi è tra i fondatori di “AltaVoce”. Il primo podcast che ha realizzato è “Chiusi dentro” (Repubblica.it) sul carcere in Italia insieme a Gabriele Cruciata.
Giuseppe Smorto
Giornalista professionista dal 1983, Giuseppe Smorto è entrato a Repubblica con una borsa di studio Fieg-Fnsi. Tranne una parentesi di tre anni da condirettore di Tuttosport, è sempre rimasto al quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, ricoprendo il ruolo di caporedattore dello sport, del Venerdì e della redazione di Torino. Dal 2003 al 2016 ha diretto Repubblica.it. Ha vinto premi giornalistici come il “Saint Vincent” (2005) e il “Biagio Agnes” (2012).
Nel febbraio 2016 il direttore Mario Calabresi lo ha nominato vicedirettore, affidandogli la delega all’integrazione delle piattaforme cartacea e digitale. Ora in pensione, continua a collaborare con quotidiani e riviste. Ha curato i libri “Il Mondo di Gianni Mura” e “Gianni Mura e i racconti della bicicletta”.
Nel 2021 ha vinto il Premio Oxfam “Raccontare la disuguaglianza”, con un reportage sulla Sanità in Calabria, pubblicato dal Venerdì di Repubblica e il Premio Letterario “Rhegium Julii” con il libro-inchiesta “A sud del Sud”.
Gli autori
Luigi Lupo
Giornalista freelance e autore podcast. Scrive di società, musica e media per Upday, Esquire, Rolling Stone e Domani.
Ha scritto “Podcasting. La Radio di contenuto ritorna sul web” (Meltemi, 2019).
Saverio Paffumi
Nato a Genova nel 1955 e residente da molti anni a Sesto San Giovanni, ha iniziato la sua carriera di giornalista alla cronaca dell’Unità nel 1975, prima nel capoluogo ligure e poi a Milano, dove ha ricoperto incarichi in diversi settori del giornale. Dal 1987 alla chiusura ha lavorato all’Europeo occupandosi di attualità e spettacoli. Autore e curatore di pubblicazioni per vari editori , come freelance ha collaborato con Diario, Gambero Rosso, Touring Club Editore e con le testate di viaggio Meridiani e Tuttoturismo. Oggi è presidente dello studio editoriale cooperativo Freemedia. Per Sottotraccia ha pubblicato il romanzo “L’amore doppio”. Con Rosanna Benzi, conosciuta ai tempi de l’Unità, ha pubblicato “Il vizio di vivere” e “Girotondo in una stanza” (entrambi editi da Rusconi) e più recentemente la raccolta “Il mondo di Rosanna Benzi” (Aba Libri, 2011).
Ludovica Parroco
È nata a Roma nel 1996 dove si è laureata in Filosofia all’Università “La Sapienza”. Appassionata di Comunicazione, approfondisce gli studi in Olanda dove si specializza in Filosofia Politica e poteri linguistici. Insieme all’Università di Utrecht ha partecipato al progetto di Digital Ethics per l’azienda di assicurazione a.s.r Vitality e ha collaborato con il Museo Italo Africano “Ilaria Alpi” per lo studio Museum and Cultural Justice. Il suo primo podcast è Algopotere (su Repubblica), scritto con Gabriele Cruciata e Massimo Razzi. Al momento lavora ad Amsterdam, dove si occupa di marketing e comunicazione digitale.
Arianna Poletti
Nata ad Aosta il 12 settembre 1995, ha vissuto in Francia e ora abita a Tunisi. Ha lavorato per il quotidiano locale francese Nice Matin e collaborato con Jeune Afrique, Street Press, Courrier International, Jeune Afrique, Trt world, Middle East Eye, IrpiMedia, Il Foglio, Fq Millennium, Il Manifesto, Radio Svizzera Italiana e altri media. Dopo Buco Nero, a settembre 2021 ha pubblicato il suo secondo podcast, Fermata Nanterre, con cui vince la sezione italiana del concorso europeo per la produzione di un podcast indetto da Bulle Media e Sphera. Fa parte di FADA collective, un collettivo di giornalisti freelance italiani che si occupano di esteri lavorando sul campo.
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